Essere leader è uno dei temi ricorrenti nella storia e nell’immaginario di ognuno di noi.

Draghi, cavalieri, bellissime regine dalla pelle bianca come le scogliere di Dover, capelli lunghi e neri come un seducente mistero e occhi verde come il più splendente smeraldo.
E poi foreste abitate da gufi altamente istruiti e maghi dalla barba canuta e polverosa che, tra una lite e l’altra con le zuccheriere, insegnano ai futuri re ad adoperare il cervello. Perché in natura ben si sa, dovrai il cervello adoperar.

E ancora, tornei cavallereschi, fate dei boschi, maghi dei laghi e poi lei, bellissima, magica, lucente: la spada della profezia.

La famosa…

“Escalabar, Escansala, Eschizibur, Escansa… Excalibur imbecille!” – Superfantozzi

Vorticose e infinite sono le storie e le parodie – tra Disney, fantasy e Fantozzi – che ruotano attorno alla leggendaria Camelot e tutte si interconnettono alla figura di un solo leggendario uomo.

Re Artù, il primo fra pari della tavola rotonda, il condottiero ideale che incarna tutte le caratteristiche migliori per essere leader, riconosciuto come tale e senza che sia necessario sedersi a un posto speciale nel consiglio dei mitici Cavalieri della Tavola Rotonda.

Sin da quando ero piccolo e già curioso, come Semola prima di diventare Artù, mi sono sempre chiesto cosa ci fosse dietro quel carisma, apparentemente innato, presente nei leader.

E soprattutto cosa fa la differenza tra un leader seguito, amato e rispettato, uno di quelli per cui vale la pena salire sulla cattedra e declamare «Capitano mio capitano» e, dall’altra parte, un capo detestato, deriso e seguito solo per forza e per poco tempo come il sergente José Felipe Maria Martiño, addestratore nella breve carriera militare di Banana Joe (che con l’essere leader ha poco a che fare).

Nell’articolo in cui spiego come saper giocare in squadra serve a vincere ho già parlato di alcune qualità da sviluppare per essere leader e un uomo squadra.

Per completare il concetto voglio soffermarmi e rispondere alla domanda:

Cosa fa la differenza tra essere leader ed essere un pinco pallino qualunque?

La PNL e l’esperienza maturata con la mia attività di coach mi hanno aiutato a rispondere a questo quesito.

Infatti oggi, in particolare nello sport e nel business, quando inizio a lavorare con una squadra mi viene spontaneo riconoscere il leader, perché ha delle caratteristiche inconfondibili che lo rendono, appunto, il primo tra i pari.

 

Le 4 caratteristiche inconfondibili dei leader

Ogni team, gruppo di lavoro, di amici è come una tavola rotonda. Le armi non sono più spade e balestre ma parastinchi, mazze da baseball, palloni, cavigliere o magari tastiere, mouse, Mac e proiettori.

Tutte queste tavole rotonde hanno il proprio Artù. E questi leader hanno delle caratteristiche in comune.

 

1. I leader guidano con l’esempio

Un esempio? È l’esempio. Sono quasi sempre i primi ad arrivare in palestra o in ufficio e gli ultimi ad andare via.

Tutti i leader lavorano duro, faticano, si danno da fare perché fa parte del gioco. Come dei monaci o dei cavalieri hanno sposato la loro passione fino a farla diventare fede.

Ed è per questo che si trasformano in esempi per chi sta intorno a loro e ispirano le persone.

“Leader è colui che va per primo”

 

2. I leader allenano il loro talento

I leader allenano costantemente il loro talento e lo fanno con piacere, ci provano gusto. Se ci pensi, come potrebbe essere altrimenti? Ti sei mai immedesimato, anche solo minimamente, nei sacrifici che uno sportivo professionista deve fare per sfondare nel proprio campo?

È facile per tutti noi ammirarne i risultati, la gloria e la vita da star. Tuttavia ogni bellissima struttura ha uno scheletro, qualcosa di nascosto e invisibile che ne costituisce la vera anima.

Attento bene: risultati eccezionali richiedono sforzi eccezionali.

Spesso, a tal proposito, cito la mia collega e amica Roberta Liguori che, oltre ad essere una fantastica trainer e coach, è una straordinaria atleta. Una ironman, una di quei sani folli che, in una sola competizione, affrontano 3,86 km di nuoto in acque aperte, 42,195 km di corsa e 180,260 km di bici. Distanze che solo a leggerle fanno rabbrividire tutti… tranne i veri leader.

“C’è molta logica in questa follia”

Amleto – W. Shakespeare

Allenando i suoi talenti senza tante scuse il leader dimostra costantemente la coerenza tra ciò che è e ciò che fa. Non si diventa leader per via ereditaria o perché si è trovata una Excalibur in un lago, ma perché le persone hanno la certezza che darai il meglio di te in ogni momento.

E questo è un altro punto fondamentale:

 

3. I leader sono eccellenti, ma non perfetti

La perfezione non è di questo mondo. E il leader non fa eccezione. Il leader invece punta sempre all’eccellenza, ossia a fare il meglio possibile con le risorse che ha a disposizione.

A volte ha tante risorse, altre volte no. La domanda che fa a se stesso è comunque la stessa: come posso dare il mio meglio con ciò che ho ora?
Gran bella domanda.

Ne consegue che il leader non ha paura di chiedere aiuto. Anzi, si circonda di persone che sanno fare addirittura meglio di lui le attività specifiche. A lui il compito di coordinarle e tirar fuori il loro meglio.

 

4. I leader fanno crescere le persone attorno a loro

Collegato al punto precedente, un leader fa crescere le persone che gli stanno intorno. Senza bisogno di parole o particolari discorsi, dimostra con l’esempio cosa fare e perché farlo. Sa che quando i suoi collaboratori crescono, crescerà anche lui.

Ti rendi conto di quanto sia naturale amare, seguire e farsi condizionare positivamente da un leader con queste caratteristiche?

Ti porta inevitabilmente a migliorare te stesso semplicemente perché vuoi far parte del gruppo dei pari di questo tipo di leader.

Le leggende ne sono piene e la storia ce lo ha spesso confermato, dimostrandoci che ognuno di noi può avere quelle caratteristiche e che non sono solo frutto di fantasie realizzati da grandi scrittori. Artù, Garibaldi, Braveheart, Javier Zanetti, Giovanna d’Arco: gli esempi possono essere infiniti.

Anche tu puoi essere un leader. I leader sono tali perché hanno allenato strategie mentali e costruito convinzioni potenzianti. Queste certezze motivanti le hanno disseminate nella loro vita e nelle loro giornate.

In questo modo è più semplice aggrapparsi alla parte migliore di se stessi, rimboccarsi le maniche e, anche quando i venti delle nostre giornate soffiano come un umido e molle Scirocco che vorrebbe appianare ogni entusiasmo e fervore, prendersi la respons-abilità di agire.

 

Se anche tu vuoi imparare a:

  • Usare il tuo cervello per forgiare la tua volontà;
  • Essere coerente con te stesso e raggiungere i tuoi obiettivi con strumenti concreti per liberarti dalla scusite e dalla procrastinazione;
  • Diventare il leader o il boss di te stesso (come direbbe il mio amico Livio Sgarbi)

io e Roberta Liguori ti aspettiamo al prossimo PNL Practitioner.

“Sempre in alto mira e va, esci dalla mediocrità…non star solo ad aspettar ciò che per caso puoi trovar. Se metti buona volontà il mondo tutto ti darà, però se tu non rischierai nulla mai rosicherai”.

Mago Merlino – Disney